Pecorino Pec 2020 - Abbazia di Propezzano

Pec, sigla in etichetta che va ad identificare un vitigno simbolo di questa terra: Il Pecorino d'Abruzzo.

Questo vino, di altissimo livello qualitativo, porta con se il nome di un formaggio. C'entra qualcosa? Si e no!

Ci sono numerose versioni tra gli anziani dei paesi abruzzesi e marchigiani. Versioni che, ovviamente, pendono faziosamente da una parte o dall'altra in base all'essere pastore o vignaiolo.

C'è chi dice che questo vitigno, un tempo considerato di scarsa qualità, fosse vino per "Pecorari". Incomprensibilmente dispregiativo per i pastori dei colli aprutini. Alcuni vignaioli sostenevano che il nome assegnato al vitigno derivasse dal periodo della sua maturazione che coincide col periodo di partenza dei pastori per la transumanza e che le pecore fossero ghiotte del suo nettare. Pittoresche sono le liti che ne derivavano tra vignaioli e pastori, i quali si difendevano dal "J'accuse" del vignaiolo sostenendo che l'altezza del grappolo non consentisse alla pecora di potersene cibare.

Il calice, che si sia vignaioli o pastori, appare giallo dorato e con fragranti note agrumate di pompelmo giallo e rosa con sentori che richiamano alla mandorla e ai fiori.

Il palato è scorrevole e di medio corpo, fresco e di buona persistenza.

Formaggi di media stagionatura e preparazioni di pesce saranno ottimi compagni per una tavolata di amici per continuare a discutere se abbia ragione il pastore o il vignaiolo.

Siamo in Abruzzo nei pressi di Morro d'Oro, in provincia di Teramo. L'Abbazia di Propezzano viene menzionata addirittura in una bolla papale di Bonifacio IX e studi storici approfonditi ipotizzano che sia stata fondata addirittura nell'anno 715 d.c in seguito ad un'apparizione della Madonna a tre viandanti tedeschi in sosta. Fu così che venne dato subito l'ordine di costruzione di una chiesa dotata di torre campanaria poi consacrata da Papa Gregorio II. Un peccato che della costruzione originale siano rimasti pochi frammenti, l'attuale struttura è stata infatti ricostruita e ingrandita nella seconda metà del 1200 d.c dai frati benedettini.

Oggi all'Abbazia di Propezzano è collegata una fiorente azienda agricola produttrice di vino, olio, cereali e ortaggi. La superficie vitata è di circa 20 ettari votati alla coltivazione di vigneti in maggioranza autoctoni come Pecorino, Passerina, Montepulciano e Trebbiano d'Abruzzo. Tra i filari si trovano anche coltivazioni di vitigni internazionali come lo Chardonnay e il Cabernet Sauvignon.

Le uve vengono lavorate nel pieno rispetto dei cicli della natura e delle più antiche tradizioni vinicole di un territorio che risulta essere la zona a denominazione di origine più prestigiosa d'Abruzzo, quella delle Colline Teramane. I vini dell'Abbazia di Propezzano rappresentano senza dubbio la più alta espressione enologica della zona.