Passerina del Frusinate 2020- Alberto Giacobbe

Il Passerina del Frusinate è un vero e proprio vitigno autoctono che cresce nei territori ciociari, esso è di fatti quasi totalmente assente nel resto del Lazio. Il nome, effettivamente curioso, si deve ai passeri che sembrano essere particolarmente ghiotti della dolcezza  della polpa del suo acino.

La coltivazione del passerina nasce da antiche attività contadine che preservano e tramandano grande tradizione, un vitigno che meriterebbe certamente maggior fama.

Al calice si presenta color giallo ambrato con lievi riflessi dorati, preambolo di un naso delicato di frutta fresca. Il palato sorprende per freschezza e acidità che incita all'assaggio regalando un'esperienza di beva leggera e diretta. Risulta buona la persistenza.

Abbinare a formaggi di media stagionatura o a preparazioni di pesce. Primi in bianco con cozze e vongole ci sembrano rasenti alla perfezione.

Corre l'anno 1939 quando Leopoldo Giacobbe acquista un piccolo appezzamento di terreno alle pendici del Monte Scalambra, ideale posizione per la coltivazione della vite. Solo successivamente, grazie al lavoro el figlio Alino, la cantina si è ingrandita fino a raggiungere le dimensioni attuali: 15 ettari di terreno coltivati all'interno dei comuni di Paliano, Olevano Romano e Piglio.

Questa diffusa posizione geografica permette alla cantina di riservare le zone di maggior altitudine alla coltivazione del Cesanese d'Affile (Vigne di oltre 60 anni di età) e quelle situate a minor altitudine alla coltivazione della Passerina del frusinate. La proprietà, che ha iniziato a imbottigliare solo nel 2006 conferendo fino ad allora le uve alla cantina sociale, ha da poco iniziato l'iter per l'ottenimento della certificazione biologica.